L’impatto dei team di accesso vascolare, secondo NIVAS

Ogni anno nel mondo vengono utilizzati oltre un miliardo di cateteri endovenosi periferici (PIVC), ma il 35-50% di essi non rispetta il tempo di permanenza previsto, con conseguenti complicanze che possono causare ritardi nel trattamento e persino la dimissione del paziente.1,2

La National Infusion and Vascular Access Society (NIVAS) del Regno Unito ha recentemente pubblicato un white paper, redatto dal presidente della NIVAS Andrew Barton, in cui sostiene i vantaggi dei team di accesso vascolare (VAT) in tutto il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) del Regno Unito con l’obiettivo di ridurre le complicanze legate al PIVC.

I rischi dell’accesso vascolare senza VAT

Secondo NIVAS, l’insuccesso dei PIVC è comune, specialmente nei pazienti con mancanza di vene apparenti visive o palpabili o nei pazienti con una nota anamnesi di difficile accesso endovenoso (DIVA).3

In caso di mancanza di VAT formale, NIVAS spiega che i pazienti passano da un operatore sanitario all’altro (inclusi radiologi consulenti e anestesisti) e che pertanto sono soggetti fino a 15 tentativi di accesso venoso al giorno.3

Il Royal College of Radiologists ha riferito che la situazione della carenza di personale all’interno del SSN “rimane grave” e che per i dipartimenti di radiologia la richiesta di accesso vascolare e il suo impatto sull’assistenza tempestiva al paziente costituisce una preoccupazione.4

Ripetuti tentativi di posizionamento di PIVC senza VAT possono comportare: ritardi nella somministrazione della terapia per via endovenosa ai pazienti; mancato dosaggio e un trattamento non ottimale con terapie orali alternative, con conseguente aumento della durata della degenza e scarsi risultati clinici.3

Altre complicanze dell’accesso vascolare includono flebiti, infiltrazioni, occlusioni, dislocazione del catetere e infezioni correlate all’assistenza sanitaria (HAI); complicanze, che possono essere ridotte mediante l’implementazione di un VAT.3,5

Più specificamente, le infezioni del flusso sanguigno correlate al catetere (CR-BSI) rappresentano fino al 20% di tutti i casi di HAI nel Regno Unito e sono considerate una delle complicanze più frequenti, costose e potenzialmente letali della cateterizzazione venosa centrale.6

La flebite è la complicanza più comune e uno studio ha identificato un legame diretto tra l’aumento dei tassi di flebite e ripetuti tentativi incannulamento.5

Come i VAT possono facilitare l’accesso vascolare

NIVAS afferma che un VAT dedicato può minimizzare i ritardi del trattamento, ridurre i tassi di infezione/complicanze e la durata della degenza nonché migliorare l’esperienza del paziente.3

Infatti, riducendo le sole infezioni del flusso sanguigno correlate alla linea centrale (CLABSI), i VAT contribuiscono a ridurre le spese e ad aumentare l’efficienza, la qualità dell’assistenza, la soddisfazione dei pazienti e a migliorare gli outcome nei pazienti.3

Rispetto ai rischi e ai costi delle complicazioni, i vantaggi dei VAT sono sempre più riconosciuti in tutta Europa. Una facoltà europea di dirigenti ed esperti multidisciplinari in materia di VAT ha riscontrato che l’implementazione di un VAT ha un impatto positivo sulla sicurezza e sulla soddisfazione dei pazienti e migliora l’efficienza organizzativa e il rapporto costi-benefici.7

Per essere efficaci e convenienti, il white paper afferma che il VAT deve essere “multifunzionale e fornire servizi a tutte le aree cliniche e agli utenti dei servizi”. In questo modo, può occuparsi della maggior parte del lavoro di accesso vascolare, alleviando così le pressioni su altri reparti e specialisti.3

La funzione primaria di un VAT è di garantire che il paziente riceva il dispositivo più appropriato per il suo trattamento, ma si fa anche affidamento su di esso “per valutare, inserire, gestire, eseguire la sorveglianza, analizzare i dati del servizio, risolvere i problemi clinici e, ove possibile, rimuovere i dispositivi di accesso vascolare”8

I VAT possono anche mettere in atto programmi di formazione per migliorare la conoscenza e la conformità ai bundle di assistenza standardizzati.3

VAT: il percorso di accesso vascolare di un paziente

NIVAS mette in evidenza la storia di Jane, una paziente che ha vissuto con la sindrome dell’intestino corto e la nutrizione per via EV negli ultimi 15 anni.

Un anno dopo il posizionamento del suo primo catetere  Hickman, ha avuto la sua prima infezione. “La situazione è stata aggravata dai medici e dalle infermiere che hanno tentato fino a 10 volte di infilarmi una cannula nella mano”, afferma Jane nel white paper.3

Questo è stato il primo di quattro o cinque cateteri Hickman e i cateteri centrali  inseriti perifericamente (PICC) sono stati così tanti “che ho perso il conto”.3

Oggi Jane ha paura di tornare in ospedale. A causa del trauma alle vene, non può più ricevere cateteri di Hickman.

“Mi dicono che questo è il mio ultimo catetere, il che fa paura, ancora di più perché mi sono ritrovata ad aver bisogno di visite più frequenti in ospedale con ricoveri notturni”.3

Conclude dicendo che vorrebbe poter usufruire dello stesso livello di competenza sull’accesso vascolare in ogni ospedale che visita e che la presenza di un VAT “fa una grande differenza e la rende più tranquilla”.3

 

Per saperne di più sui vantaggi dei VAT e sull’importanza di personale esperto nell’assistenza dell’accesso vascolare, leggi qui il white paper completo di NIVAS.

Riferimenti

  1. Alexandrou E, Ray-Barruel G, Carr PJ, Frost S, Inwood S, Higgins N. International prevalence of the use of peripheral intravenous catheters. Journal of Hospital Medicine. 2015 Aug;10(8):530-3. doi: 10.1002/jhm.2389. 
  2. Helm RE, Klausner JD, Klemperer JD, Flint LM, Huang E. (2015) Accepted but unacceptable: peripheral IV catheter failure. Infusion Nurses Society. May-Jun 2015;38(3):189-203. doi: 10.1097/NAN.0000000000000100. 
  3. National Infusion and Vascular Access Society (NIVAS). The Benefits of a Nursing Led Vascular Access Service Team. Published June 2022. Accessed July 12, 2022 at: https://nivas.org.uk/contentimages/main/NIVAS-White-paper-for-standardisation-of-vascular-access-teams-within-the-NHS_FINAL-27.06.22.pdf 
  4. The Royal College of Radiologists (RCR). Clinical radiology UK workforce census report 2020. Accessed on 17 July 2022 at: https://www.rcr.ac.uk/system/files/publication/field_publication_files/clinical-radiology-uk-workforce-census-2020-report.pdf. 
  5. Simin D, Milutinović D, Turkulov V, Brkić S. Incidence, severity and risk factors of peripheral intravenous cannula‐induced complications: An observational prospective study. Journal of clinical nursing. 2019 May;28(9-10):1585-1599. doi: 10.1111/jocn.14760. 
  6. Gahlot R, Nigam C, Kumar V, Yadav G, Anupurba S. Catheter-related bloodstream infections. Int J Crit Illn Inj Sci. 2014 Apr-Jun; 4(2): 162–167. doi: 10.4103/2229-5151.134184 
  7. Mussa B, Pinelli F, Cortés Rey N et al. Qualitative interviews and supporting evidence to identify the positive impacts of multidisciplinary vascular access teams. Hospital Practice. 2021 Aug;49(3):141-150. doi: 10.1080/21548331.2021.1909897. 
  8. Carr PJ, Moureau NL. Specialized Vascular Access Teams. Vessel Health and Preservation: The Right Approah for Vascular Access. 2019. Doi:10.1007/978-3-030-03149-7. 

 

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